mercoledì 30 settembre 2015
Ricetta del giorno DOLCE DI BANANE
Occorrente per 6 persone: 8 banane di qualità moscate, 200 gr. di purea di lamponi ( o marmellata), 300 gr. di panna montata, 4 o 5 amaretti, 50 gr. di frutta candita.
Esecuzione: sbucciare le banane e tagliarle a fettine, metterle in una coppa e ricoprirle con la purea o marmellata di lamponi, adagiarvi sopra la panna montata, livellarla con il dorso di un cucchiaio. Tagliuzzare la frutta candita, sbriciolare gli amaretti e cospargerne la superficie, in ultimo cospargere con la frutta candita. Mettere la coppa così preparata in un luogo fresco per tre ore circa prima di servire.
CONSIGLIO DA BUONGUSTAI
CANNELLA : con le mele, il vino caldo, il pansecco, i dolci;
ERBA CIPOLLINA:con insalate, salse, coniglio, fagiolini;
SEDANO: con formaggio piccante, salsa di pomodoro, bollito, minestre;
CORIANDOLO:con porri, carciofi, biscotti, caccia;
CURRY:con riso, cosciotto all'inglese, pesce, maiale;
DRAGONCELLO:con pollo, insalate, zuppa di gamberi, salse;
FINOCCHIO:con pesce, groviera, lumache;
GINEPRO:con alcool, caccia, cavolo rosso;
CHIODI DI GAROFANO: con caccia, trippa, umidi, bolliti;
PAPRIKA: con uova, gulasch, pasta asciutta, riso;
PREZZEMOLO:con carote, fritti, carne in umido, insalate;
PEPERONE ROSSO:con aragosta, coniglio, umidi, uovo, insalate, pollo;
ZAFFERANO:con risotto, zuppe di pesce, pesce arrosto.
Paperella n°13 ..continuazione...
La scuola riaprì e con essa ricominciarono lezioni,
compiti e prove di preparazione agli esami, insomma, mai un momento
libero, ma in fondo era meglio così, occupata nelle mie cose non
pensavo a Ramon che mi mancava da morire. Le sue lunghe telefonate
serali nelle quali ci raccontavamo le nostre giornate, scambiandoci
coccole ed intime emozioni, colmavano un po' il vuoto della
lontananza. Lui mi ricordava sempre che ad Agosto, dopo gli esami, ci
saremmo rivisti e questo mi rasserenava molto. I giorni dell'esame
furono assai intensi, ma tra paura ed emozione, tutto filò liscio ed
i risultati furono soddisfacenti sia per me che per le mie amiche.
Stanche e stressate avevamo un unico obbiettivo divertirci insieme
fino al momento della separazione, a Settembre. Trascorrevamo le
giornate al mare tra bagni e chiacchierate, sotto un meraviglioso
sole in completa allegria. Presto ci raggiunse anche Ramon e tutto
divenne ancora più piacevole, ero davvero felice! Il nostro amore
cresceva di giorno in giorno, sempre più intimo e complice, bastava
uno sguardo per capirci e Rita ridacchiando mi diceva: “ Hai visto
che tu hai trovato marito e noi siamo ancora zitelle?” - Lo
presentai ai miei genitori e dopo qualche momento di imbarazzo tutto
filò liscio, fece un'ottima impressione ai miei e la simpatia fu
reciproca. Le vacanze trascorrevano serene e piene d'amore ma il
ventitré Agosto la mia vita cambiò...per sempre. Quel giorno il
mare era calmo, trasparente e non c'era più tanta gente sulla
spiaggia. Mentre gonfiavo il materassino vidi arrivare di corsa verso
di noi un ragazzino che agitava la mano per farsi notare da me.
Riconobbi Marco, un vicino di casa. Tutto affannato mi consegnò un
biglietto di mio zio Giorgio nel quale mi pregava di raggiungerlo
subito in ospedale. Chiesi a Marco se sapeva cos'era successo, ma lui
chinò la testa e scappò via con una scusa. La situazione doveva
essere grave, ma non immaginavo quanto. Francesca e Rita mi aiutarono
a prendere il necessario mentre mi rivestivo alla rinfusa, Ramon
cercava le chiavi della macchina che naturalmente non si trovavano.
Mezzi vestiti, col cuore in gola arrivammo al pronto soccorso dove
trovai lo zio con dei carabinieri. Sconvolto con gli occhi pieni di
lacrime mi abbracciò sussurrando: “Coraggio bambina mia...devi
essere forte” - io non capivo ma improvvisamente urlai:
“Papà...Mamma!” Ricordai in un lampo che quel giorno erano
partiti per una gita. Il terrore si impadronì di me, la testa
girava, le gambe cedevano poi il nulla. Mi risvegliai su un lettino
con Ramon accanto che stringeva la mia mano così forte da farmi
male, lo zio piangeva disperato ed un'infermiera mi sentiva il polso.
“Cosa è ...successo?” domandai. Il silenzio fu più esauriente
di qualsiasi risposta. Dopo qualche istante zio Giorgio si avvicino a
me: “Un incidente...piccola mia...poco lontano da casa tua, in
quella maledetta curva...un camion ha sbandato investendo in pieno la
macchina dei tuoi...loro sono...non hanno sofferto”. Ero rimasta
sola. Ricordo poco dei giorni seguenti, solo tanta gente, abbracci,
lacrime, dolore e Ramon...Ramon sempre vicino a me. Rita e Franci con
le loro famiglie mi furono di grande sostegno e zio Giorgio, unico
fratello di mamma, non mi lasciò mai. Ramon rinviò la partenza,
lavorava nella tenuta ereditata dal padre ed essendo il padrone non
aveva problemi di rientrare subito. Gli fui molto grata per questo,
la sua presenza era indispensabile in quei giorni grigi e tristi.
Cercavo di riprendermi mentre zio Giorgio si occupava di avvocati e
assicurazione. Purtroppo anche le mie amiche mi salutarono, era ormai
Settembre, il momento di cominciare una nuova vita per loro ed anche
per me. Ramon in quei giorni viveva a casa mia e col suo amore e la
sua compagnia cercavo di scacciare le paure e gli incubi che mi
tormentavano. “ Perché non vieni in Spagna con me?” mi disse una
notte, particolarmente triste. “Qui ce stanno solo ricordi por ti
ed io non posso pensarte lontana, sola e desperata. Devi ricominciare
a vivere e puoi farlo con me. Voglio sposarte, fare bambini, te
ricordi i nostri sogni? Anche i tuoi lo vorrebbero. Te prego no dirme
de no!”. Ad appena diciotto anni mi trovavo sola a prendere
decisioni così importanti. Lasciare tutto...andare via...ma in fondo
cosa lasciavo...una casa vuota con tanti ricordi e quelli belli
potevo portarli nel cuore con me. “Hai ragione” risposi tra le
lacrime “Il mio posto non è più qui ma accanto a te”. Assai
doloroso fu comunicare la mia decisione allo zio che cercò in tutti
i modi di dissuadermi. “Sei giovane, santa pazienza, vai in un
paese straniero...e poi sposarti alla tua età è da pazzi!” sbottò
appena gli parlai. “Rifletti bene piccola mia...tornare indietro se
le cose non andranno come speri sarà molto difficile...credimi!”
Quanto soffriva, non si era mai sposato, la mamma, papà ed io
eravamo tutta la sua famiglia ed ora la mia partenza...gli saltai al
collo e lo strinsi forte. “Devo andare zio...o non sorriderò mai
più, è questo quello che vuoi?” Dopo un breve silenzio, con la
voce rotta dall'emozione disse piano “No” e continuò “Prima di
partire portami le chiavi di casa, la controllerò fino a quando
deciderai cosa farne”. Si voltò e scivolò via per le scale.
“Perdonami ti voglio bene zio!” Gli urlai. Si voltò e sorridendo
mi lanciò un bacio con la mano.
martedì 29 settembre 2015
NOTIZIA DEL GIORNO - PIANTE E LUNA
L'antica credenza popolare che il periodo più favorevole per la semina sia la luna crescente e per il raccolto la luna calante dimostrerebbe l'esistenza di una relazione ed un'influenza, almeno apparenti, fra le fasi lunari e certi processi di ricambio dell'organismo vegetale.
Si narra che un industriale in legname del Brasile pensò di poter sfasare la convinzione, radicatissima tra gli indigeni, che il cedro può essere abbattuto soltanto a luna calante. Ma si sbagliò, perché il legno abbattuto a luna crescente venne entro breve tempo attaccato e distrutto da coleotteri. Egli fece allora prove di semina con papaveri e girasoli. Seminando a luna calante, i fiori erano soltanto semplici; seminando a luna crescente dagli stessi semi si ottennero fiori magnificamente sviluppati.
Poesia dedica...A UN'AMICA PERDUTA ...
A UN'AMICA PERDUTA
La tua storia Stella è come quella di "Cappuccetto Rosso",
anche tu sei andata nel bosco,
anche tu hai incontrato il lupo cattivo,
anche tu sei caduta nel suo tranello.
Solo il finale è diverso,
nella tua storia non arriva il cacciatore a salvarti,
tirandoti fuori dalla pancia del malvagio animale,
che, in fondo, nel suo ridicolo travestimento
e nella sua goffaggine
fa quasi sorridere.
Il tuo lupo è viscido e feroce,
non usa un travestimento,
gli bastano il sorriso e l'amicizia,
per attirarti in trappola.
Che triste fine,
dolcissima creatura.
Purtroppo i genitori oggi,
non racconteranno più ai loro figli la storia di "Cappuccetto Rosso",
ma gli narreranno la tua,
nella speranza di salvarli da quel possibile incontro,
con un lupo che ormai non si traveste più,
e spesso veste i panni semplici della simpatica persona,
della porta accanto.
FINE Aprosio Valentina
NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE!
LA RICETTA DEL GIORNO - MELE INFIOCHETTATE :)
MELE INFIOCHETTATE
Occorrente: 6 mele renette, 250 gr. di farina, 75 gr. di burro, 125 gr. di zucchero, 1 uovo, 50 gr. di cedro e aranci canditi, mezza tavoletta di cioccolata amara e ancora 25 gr. di burro.
Esecuzione: Mettete sulla spianatoia la farina a fontana e nel centro versate lo zucchero, il burro a pezzetti e l'uovo intero. Impastate velocemente, formate una palla, copritela con un tovagliolo e lasciatela riposare. Intanto preparate le mele: sbucciatele sottilmente adoperando lo sbucciapatate e con l'apposito arnese levate il torsolo. Riempite il buco centrale con un pezzettino di burro, un cucchiaino di canditi tagliati a pezzetti e uno di cioccolata che avrete grattugiato precedentemente. Finite con un altro pezzettino di burro. Quando tutte le mele saranno pronte, prendete allora la pasta, dividetela in sei parti uguali e tirate col mattarello sei sfoglie quadrate, sottili ma non troppo, di cm. 16 di lato circa.
Al centro di ogni quadrato appoggiate le mele: prendete i quattro angoli e riuniteli alla sommità delle mele formando un cestinello. Con i ritagli fate delle foglioline che metterete a due a due sopra ciascun involtino. Spennellatele con un rosso d'uovo e mettete in forno moderato fino a che si saranno colorite. Sfornatele sopra un piatto coperto da un tovagliolino, spolveratele di zucchero vanigliato e servitele calde o fredde.
lunedì 28 settembre 2015
IL CIRCO DELLE STELLE
Ecco un mio racconto simpatico e divertente per i più piccini.
IL CIRCO DELLE STELLE
Il lavoro delle stelle è
piuttosto faticoso: di giorno si dorme e, quando in inverno scoccano
le sei di sera, tutte in piedi, ci si prepara per una nuova giornata,
ehm...scusate, per una nuova nottata di lavoro. Si monta alle 19.00,
minuto più minuto meno e si comincia a brillare fino al sorgere del
giorno. In estate l'orario cambia e possono riposare qualche ora in
più. Illuminare la notte è un compito molto importante, ma le
stelle svolgono anche altri servizi, come, per esempio, portare
fortuna, sorridere ai bambini che vanno a nanna o ancora proteggere
gli esseri umani. Già, proteggere le persone, perché ad ogni
stellina è assegnato il controllo di un essere umano al quale deve
mandare un influsso benefico, forse magico, che lo aiuti a vivere
bene. Chi non ha mai sentito la frase : “ Quello è fortunato, è
nato sotto una buna stella!”? .
In realtà tutte le
stelle sono buone, solo che alcune sono un po' più distratte di
altre e dimenticano il loro compito, lasciando il proprio protetto
senza influsso benefico. E' questo purtroppo il caso di quei
poveracci affidati alle cure di Perla, Bettina, Greta, Consuelo e
Gilda, cinque stelline davvero terribili che la Luna fatica a
controllare perché, appena sfuggono al suo controllo, ne combinano
di tutti i colori. L'ultima volta l'hanno fatta davvero grossa!
Era appena caduta la
vecchia Bice e tutti erano tristi. Certo le stelle cadenti a chi le
vede fanno avverare i desideri, ma per le compagne è sempre un duro
colpo. Esse amavano molto l'ormai vecchia stella che, nelle lunghi
notti, raccontava storie fantastiche. Le invitava così, all'istante,
aveva una fantasia incredibile. Certo, ultimamente dimenticava le
cose, spesso si addormentava cessando così di brillare ma, anche la
Luna la lasciava fare, sapeva che ormai era stanca. L'idea venne a
Bettina, la più giovane e discola del gruppo. “ Uno spettacolo!”
gridò di colpo! “ Facciamo un circo, come quello che ci descrisse
Bice in una sua storia, così tireremo su il morale a tutte e ci
divertiremo un mondo!” Inutile dire che le altre quattro
approvarono l'idea. Le cinque stelline chiesero alle altre stelle di
distrarre la Luna mentre loro preparavano la sorpresa. Iniziarono
così ad allenarsi: Bettina voleva fare l'equilibrista e cominciò a
camminare su e giù per un filo con un simpatico ombrellino ed un
grazioso tutù. Greta decise di fare la giocoliera e quindi si
procurò cinque piccole meteoriti che cominciò a far ruotare. Perla,
la più romantica e sognatrice, pensò che volteggiare su un trapezio
era quello che faceva per lei e iniziò le prove. Consuelo era
femmina, ma tutte la consideravano un maschio mancato, per cui
nessuno si stupì della sua scelta: la lanciatrice di coltelli. La
stella Milly, nonostante le proteste fu costretta ad essere sua
assistente. Gilda la più allegra e giocherellona, pensò che ogni
circo che si rispetti ha un clown e lei era perfetta per quel ruolo.
Si vestì così bene che solo a vederla c'era da morir dal ridere.
Dopo diverse notti di allenamento, lo spettacolo era pronto. Restava
un problema da risolvere: la Luna. Come liberarsi per un po' di lei?
L'idea venne a Consuelo: “ Facciamole sapere che dall'altra parte
della galassia c'è una stella ammalata, così lei andrà da lei e
noi avremmo un paio d'ore di libertà”! Detto fatto!
In pochi istanti, come
previsto, la Luna correva dalla stella malata, mentre le cinque
stelline alzavano il tendone colorato del loro circo. Fu uno
spettacolo fantastico! Tutte le stelle si divertirono molto e
cominciarono a brillare più di prima. Fin qui tutto bene, ma sulla
Terra?
Già, sulla Terra le cose
andavano davvero male! Gli uomini non ricevevano più gli influssi
benefici, erano agitati, non riuscivano a dormire e i bambini nervosi
saltavano nel letto di mamma e papà, così nessuno poteva riposare.
Inutile dire che chi passa la notte in bianco il giorno dopo, sul
lavoro o a scuola, è un disastro. E questo è quello che capitò.
Quando la Luna tornò, furiosa e decisa a scoprire chi le aveva
giocato quello scherzetto, tutto era finito ed ogni stella era
tornata al suo posto. Tutto sembrava normale, fatta eccezione di
quello strano sorrisetto che ogni stella aveva stampato addosso. Ma
ormai era l'alba e quindi decise di rimandare alla notte dopo le
domande. Inutile dire che sulla Terra fu una giornata sgradevole per
tutti.
Sul far della sera le
stelle si presentarono puntualissime al lavoro e più brillanti che
mai; la Luna non capiva il perchè di tanto buonumore.
Allora mandò Selly,
soprannominata “linguaccia”, perché non sapeva tenere un
segreto. Nel vederla parlare con la Luna, le cinque stelline
cominciarono a sudare freddo e, quando furono invitate ad andare dal
loro capo, capirono che “linguaccia” aveva tenuto fede alla sua
fama.
“Che spia!” esclamò
Perla. “Già!” continuò Consuelo, “ e pensare che è quella
che si è divertita di più!”. Davanti alla Luna, ormai scoperte,
raccontarono tutto e si presero in silenzio una bella sgridata.
Promisero di comportarsi bene, di non raccontare più bugie, di
dedicarsi con più attenzione ai loro protetti e atteso la loro
punizione.
Ma la rabbia alla Luna
era già sbollita. Piena di curiosità, fece sostituire sul lavoro le
cinque stelline e, come punizione, chiese loro di ripetere lo
spettacolo solo per lei. Ancora incredule Bettina, Greta, Perla,
Consuelo e Gilda corsero a prepararsi. Ce la misero tutta e fecero
uno spettacolo così bello e divertente da guadagnarsi il perdono. E
non solo...Visto che in fondo avevano fatto anche del bene riportando
allo splendore tutte le stelle, ebbero il permesso di mandare un
super influsso benefico a quei poveracci dei loro protetti che, da
quel giorno, pardon, da quella notte, diventarono incredibilmente
felici e fortunati.
<FINE>
RICETTA DEL GIORNO
Oggi vi suggerisco una ricetta straniera, che va bene per adesso che inizia a fare freschetto!
BORTSCH ALLA POLACCA
Occorrente: 1 barbabietola e mezza, mezza cipolla, mezzo cavolo, un ciuffo di prezzemolo, un pezzetto di sedano, una noce di burro, un pizzico di sale, un litro di brodo di carne, 400 gr, di polpa di manzo, una scodellina di yogurt (o panna acida).
Esecuzione: Lavate e tagliate a fettine sottili mezza barbabietola, mezza cipolla e mezzo cavolo e mettete a stufare con una noce di burro. La verdura deve cuocere piano piano con poca acqua, e ben coperta. Quando è cotta salatela e poi versate sopra un litro di brodo e 400 gr. di polpa di manzo. Fate bollire piano piano fino a cottura della carne. La proverete punzecchiandola ogni tanto con la forchetta. Intanto grattugiate la barbabietola, raccogliete la polpa in una garza e strizzatela. Il succo che ne ricavate versatelo nella pentola. Quando la carne è cotta, abbassate la fiamma, con un forchettone estraetela dal brodo e tagliuzzatela con il tritacarne. Mettete un pò di questo trito in ogni scodella, sopra versate il brodo bollente e aggiungete in ognuna una cucchiaiata di yogurt (o panna acida)
domenica 27 settembre 2015
IL COLOMBO VIAGGIATORE PER RECAPITARE LE RICETTE MEDICHE
Verso la metà dell'ottocento a Kronberg, in Germania, c'era un intenso traffico di ricette mediante colombi viaggiatori. In questa città si trovava l'unica farmacia del distretto e, per sollecitare la spedizione delle ricette provenienti dal di fuori, il farmacista aveva distribuito i suoi colombi nei principali luoghi dei dintorni.
Il medico copiava tutte le ricette eseguite in luogo su carta velina, questa veniva arrotolata e posta in un piccolo recipiente che i pennuti portavano sul dorso. In pochi minuti le bestiole arrivavano alla farmacia dove, entrando nella piccionaia, azionavano una suoneria che avvertiva il farmacista del loro arrivo. Più tardi il servizio fu perfezionato anche in senso inverso, utilizzando i colombi per il trasporto di rimedi urgenti.
FRASE DEL GIORNO
"Le bestie non sono così bestie come si pensa" Moliere
LA RICETTA DEL GIORNO - TORTINO DI SPAGHETTI ALLE OLIVE
TORTINO DI SPAGHETTI ALLE OLIVE
Mettete in una terrina i filetti di 4 o 5 acciughe tagliate a pezzettini, 100 gr. di olive nere snocciolate e 2 cucchiaiate di capperi. Mescolate tutto assieme e dividete l'impasto in due. una parte mescolatela con due scodelle di spaghetti già conditi ( in bianco o al pomodoro) e raffreddati. Ungete abbondantemente di burro una padella, cospargetela di pangrattato; fate sul fondo uno strato con metà degli spaghetti, sopra fate uno strato di acciughe, olive e capperi, coprite con gli spaghetti avanzati, pareggiateli, spolverateli con abbondante pangrattato e mettete a cuocere su fuoco vivace.
Quando la parte sotto del tortino è ben cotta, rovesciatelo sopra un piatto, ungete di nuovo la padella, cospargetela di pangrattato quindi fateci scivolare dentro il tortino.
Finitelo di cuocere, poi mettetelo su un piatto a raffreddare.
CONSIGLIO DELLA MAMMA
Vi sono avanzati dei maccheroni? Ecco come potete riutilizzarli :)
Tagliate uno strato di pasta sfoglia a dischi un po grandi. A parte mescolate i maccheroni avanzati e tritati con qualche gamberetto lessato e un po' di besciamella. Mettete un cucchiaio di impasto su ogni disco, ripiegatelo a raviolo, bagnate i bordi per saldarli, spennellate ogni calzone con uovo e cuoceteli in forno per 15 minuti.
Sandro Ungaro: il papà che va a Tu sì que Vales per la sua bimba morta
Sandro Ungaro: il papà che va a Tu sì que Vales per la sua bimba morta - Video Dailymotion
Il talento della forza, di portare avanti un sogno, della determinazione di portare avanti una cosa nonostante le cose brutte che accadono nella vita
IL TALENTO DELL'AMORE
Poche parole, un grande gesto, un amore infinito...
Il talento della forza, di portare avanti un sogno, della determinazione di portare avanti una cosa nonostante le cose brutte che accadono nella vita
IL TALENTO DELL'AMORE
Poche parole, un grande gesto, un amore infinito...
sabato 26 settembre 2015
LA RICETTA - FUNGHI RIPIENI FANTASIA
FUNGHI RIPIENI FANTASIA
Occorrente per 4 persone: 8 funghi porcini, 4 cucchiai di salsa besciamella densa, 50 gr. di prosciutto cotto, un cucchiaio di prezzemolo tritato, 50 gr. di pangrattato, mezzo limone, mezza cipolla, burro, sale quanto basta.
Esecuzione: Staccate "le teste" dai gambi e pulitele nel seguente modo: raschiate con un coltellino la parte superiore e levate la parte inferiore spugnosa, strofinatele con una salvietta inumidita e alla fine fregatele con mezzo limone. Pulite i gambi nello stesso modo, tritateli finemente e fateli cuocere nel burro con il prezzemolo e la cipolla tritati e se occorre con un po d'acqua. Salatele, aggiungetevi la besciamella densa, il prosciutto cotto tagliato a pezzetti piccolissimi e mescolate. Riempite le teste con questo impasto e disponetele con la parte ricurva verso il basso in una teglia unta di burro. Spolveratele di pangrattato e mettete in forno moderato fino a che avranno preso un bel colore dorato.
MAMMA
MAMMA
Tu...uno spiraglio di luce in mezzo al cielo,
un guerriero pieno d'amore che combatte per i propri figli,
donandogli il cuore.
Tu...una dolce melodia che consola il dolore,
il dolce riparo dagli inverni freddi,
dalle tempeste, dalle sofferenze.
Tu...che hai asciugato in segreto le mie lacrime,
incoraggiato i miei passi,
corretto i miei sbagli,
protetto il mio cammino.
Tu...così forte e decisa ad insegnarmi i valori della vita.
Tu...unica figura indispensabile della mia esistenza,
non abbandonarmi mai.
Valentina Aprosio
I NOVE PIANETI BUFFI DELL'UNIVERSO
Ed ecco un racconto simpatico e divertente per i più piccini!
Raccontate una favola al giorno ai vostri piccoli!
I NOVE PIANETI BUFFI DELL'UNIVERSO
Ciao! Mi
chiamo Alice e fin da piccola studiare i pianeti e le stelle è
sempre stata la mia più grande passione. Spesso mi facevo portare da
papà sul nostro terrazzo per poter guardare il cielo stellato con il
mio piccolo telescopio. Ricordo che in quinta elementare per farmi
entrare in testa una lezione di scienze riguardante i pianeti,
lavorai di fantasia: animai e diedi un carattere a questi corpi
celesti che ruotano intorno al sole. Il risultato fu una simpatica
storiella che mi fece ricordare la lezione e prendere un bel voto.
Ora ve la
racconto!
Mercurio è
il più veloce, elegantissimo con la sua tuta da ginnastica firmata e
le sue scarpine invidiate dai migliori atleti, correndo intorno al
sole si spettina sempre e un boccolo biondo gli cade spesso sugli
occhi, neppure il gel lo tiene fermo. E' talmente fissato a mantenere
il suo aspetto atletico che non vede neppure Venere che poco distante
da lui gli fa gli occhi dolci. Bellissima e luminosa, leggermente
avvolta da un'atmosfera nebulosa, è un po' più lenta di Mercurio e
riesce a farsi notare da lui solo di sfuggita. Il terzo pianeta è il
mio, la Terra, bella e tranquilla, veloce quanto basta, impiega un
anno a fare la sua passeggiata intorno al sole e guarda con affetto
materno Venere, sa che non riuscirà mai ad acchiappare Mercurio.
Poco distante dalla Terra c'è il più bellicoso dei pianeti, Marte,
sempre rosso di rabbia, nessuno degli altri pianeti gli rivolge la
parole, perché se si arrabbia sbuffa un vento fortissimo che solleva
tempeste di sabbia. Poveretti i due suoi satelliti, Phobos e Deimos,
che devono sopportare il suo caratteraccio! Velocissimo a girare su
se stesso ecco Giove, il più vanesio, sempre con lo specchio in mano
ammira i suoi anelli e si circonda di molti satelliti che lo devono
sempre riverire, l'unica sua preoccupazione è quella macchia rossa
nella sua atmosfera, ha cercato di smacchiarla in tutti i modi ma non
è riuscito ancora a toglierla. Il più giocherellone dei nove
pianeti è Saturno, ancora no ha capito che carnevale è finito da un
po' e continua a girare con due anelli vistosi appesi alla vita. E'
molto amico del suo satellite Titano. Si scambiano barzellette e
giocano spesso a calcio con le meteoriti che capitano a tiro. Urano è
il più riservato, non ama far parlare di sé, può sembrare
scorbutico ma in realtà è un gran timidone. Noi sappiamo poco di
lui ma rispettiamo la sua privacy! Nettuno è il più freddoloso,
sempre con la temperatura sotto lo zero assoluto. Perennemente
raffreddato gira carico di maglie, sciarpa, cappello e calzettoni di
lana pesantissima. Che dire di Plutone? Nessuno gli ha ancora detto
che la corsa a cui si era iscritto tanto tempo fa è finita da un
pezzo, lui continua a correre da 247 anni, ancora uno e arriverà al
traguardo, ma chi avrà il coraggio di dirgli che tutti sono già
arrivati e che lui è proprio l'ultimo? Che tristezza! Questa volta
era convinto di portare a casa la coppa a sua madre, l'unica che
ancora tifa per lui!
FINE
venerdì 25 settembre 2015
..Lo spazzolino da denti...
Voglio condividere con voi una notizia curiosa, simpatica e divertente, trovata sempre nei tanti libri lasciati dalla mia nonna, grande appassionata di lettura e cucina!
Quando nacque lo spazzolino da denti?
Ecco un oggetto il cui uso ci è così abituale e di cui non possiamo fare a meno. Eppure un giorno non esisteva. La prima volta che lo spazzolino da denti viene indicato nella letteratura è nel 1774.
In Cina però esso era già noto da molto tempo, tanto che L'ENCICLOPEDIA CINESE del 1609 porta l'illustrazione di uno spazzolino perfettamente simile a quello che usiamo noi e fa risalire la sua invenzione al lontano 1498.
In Europa però la pulizia dei denti veniva effettuata, sia pure da una piccola minoranza, almeno dal 1530, epoca in cui era già raccomandato a questo scopo l'uso di uno speciale pannolino.
La fortuna dello spazzolino da denti non fu immediata, esso diede anzi origine, tra sostenitori e contrari, ad una serie di polemiche che durarono per molto tempo, e solo il suo uso sempre più frequente valse a farle tacere. Si dice che un dentista parigino fu il primo a sostenere l'assoluta necessità igienica dello spazzolino da denti.
Ricetta dolce LE PESCHE IN FIORE!
Ricetta del giorno.. tratto dalla raccolta di ricette della mia cara nonna Bianca. Le dedico a lei!
PESCHE IN FIORE
Occorrente: 4 pesche gialle, zabaione (fatto con tre rossi di uovo, tre cucchiai di zucchero, sei mezzi gusci d'uovo di marsala, 4 amaretti.
Esecuzione: Cominciate a fare lo zabaione: in una pentola sbattete i rossi d'uovo con lo zucchero e quando cominciano a fare "il nastro" aggiungete i sei mezzi gusci d'uovo di marsala; mescolate con un cucchiaio e fate cuocere a bagnomaria. Quando vedete che lo zabaione comincia ad addensarsi, levatelo dal fuoco e versatelo in una tazza. Lasciatelo raffreddare, avendo cura di mescolarlo ogni tanto. Preparate le pesche, sbucciate e tagliate a spicchi, mettete ogni pesca, così tagliata, in quattro coppette formando un fiore, al centro disponete un amaretto e, quando lo zabaione è freddo, versatelo sopra. Servite fresco.
...Paperella n°13...
Le bimbe dormono, è il momento giusto per iniziare a scrivere nel mio blog.
Inauguro il mio primo romanzo a puntate..lo dedico alle mie amiche romantiche e sognatrici, a tutte quelle persone che si fanno trasportare dalla magia di questo forte e magico sentimento!
Buona lettura...la seconda parte..fra una settimana circa!
PAPERELLA
N° 13
Il Luna Park, come ogni anno per le festività
natalizie, era puntualmente giunto in città. Rita, Francesca ed io
lo aspettavamo sempre con ansia. Da cinque anni eravamo diventate
amiche inseparabili, a scuola e nella vita, e quello era diventato
per noi un appuntamento imperdibile che ci regalava qualche momento
di spensieratezza staccandoci dalle fatiche scolastiche. Quest'anno
purtroppo sarebbe stato l'ultimo appuntamento perchè, conseguita la
maturità, le nostre strade si sarebbero divise, forse per sempre.
Rita, la pratica del gruppo, dopo l'esame aveva programmato di
partire per la Francia dove desiderava vivere e lavorare; Francesca,
la secchiona, avrebbe raggiunto i nonni in Sicilia e là continuato
gli studi all'università stabilendosi definitivamente nella terra
d'origine; io, la sognatrice, desideravo solo un lavoro ed un uomo
con cui sposarmi e avere tanti bambini. Che trio! Tutte le nostre
compagne di scuola ci invidiavano. Tre amiche vere, sincere ed
inseparabili, pronte ad aiutarsi in ogni difficoltà. Ma la vita è
fatta anche di scelte ed era giusto che ognuna di noi seguisse le
proprie aspirazioni, certo mantenendoci in contatto per telefono o
lettera, ma difficilmente le nostre vite si sarebbero nuovamente
incontrate. Comunque avevamo davanti a noi ancota parecchi mesi prima
della separazione e c'eravamo riproposte di non pensare a cose
tristi, il nostro motto era – Divertirsi per le feste e basta! -
Tutto era organizzato: incontro alla fermata del bus, soldi
risparmiati da tutte e tre nella borsa e divertimento fino alle
venti, ora del ritorno a casa. Durante una di queste allegre
escursioni accadde qualcosa che cambiò la mia vita. Rita come al
solito insisteva per entrare nel tunnel dell'orrore. Tutti gli anni
la stessa storia, lei si divertiva da matti mentre a Francesca e me
non piaceva per niente. Questa volta decidemmo di divertirci, ognuna
al suo gioco preferito e poi ritrovo al bar del Luna Park ad una data
ora. Rita corse al tunnel, Francesca all'otto volante ed io, meno
amante del rischio, ai giochi della pesca degli anelli e del tiro a
segno. Giocando agli anelli avevo vinto un orologino ed un peluche,
mi divertivo e non mi ero resa conto di essere in ritardo per
l'appuntamento al baretto, così appena guardai l'ora mi venne un
colpo. Presi i premi e cominciai a correre verso il punto di ritrovo,
purtroppo nela corsa tra la gente non mi accorsi della corda di un
tendone ed inciampai. Avrei sicuramente preso una bella facciata se
due braccia forti non mi avessero afferrato al volo. „Attenta
senorita...vuol passar le fieste all'ospital?” Lo sconosciuto
parlava uno strano italo-spagnolo. Quando alzai gli occhi, tutta
rossa per la vergogna della figuraccia, rimasi a bocca aperta, quello
che mi teneva tra le braccia era un uomo bellissimo, alto, bruno e
riccio, occhi scuri penetranti, sorriso decisamente accattivante. Non
appena mi ripresi dallo choc della caduta e di quella visione riuscì
solo a sussurrare „grazie”. L'uomo divertito dal mio imbarazzo
rispose „de nada!” Scappai via più rossa di un pomodoro e
raggiunte Rita e Franci, che già brontolavano per il mio ritardo,
non parlai dell'incidente. Sul bus del ritorno le mie amiche
chiacchieravano divertite, io fingevo di ascoltarle ma in realtà
pensavo al ragazzo spagnolo che per qualche istante mi aveva tenuto
tra le braccia. Che brividi! Giunte alla fermata del ritorno ci
salutammo dandoci appuntamento per l'indomani. Non parlai di quanto
era successo con le mie amiche, strano, quella era la prima volta che
avevo un segreto tutto mio. Il pomeriggio del giorno dopo fu un „tour
de force”, Rita era scatenata, ci fece fare tutti i giochi e
Francesca la seguiva entusiasta. Ad un certo punto decisi che ne
avevo abbastanza e lasciai che lro due entrassero nella casa degli
specchi mentre io mi cimentai nella pesca delle papere. Con la canna
già da un pò avevo puntato la n°13, volevo quella ma non riuscivo
ad acchiapparla. Improvvisamente da dietro due mani forti presero le
mie ed una voce che già conoscevo mi sussurrò all'orecchio: „Non
hai mira te aiuto io!” In men che non si dica la papera penzolava
dalla mia canna. Mi voltai trovandomi nuovamente tra le braccia di
quel meraviglioso uomo del giorno prima. Le parole non mi uscivano
per l'emozione così parlò lui „Senorita, è il destino che ce
vuole insieme, posso offrirte qualcosa al baretto?” Stavo per
rispondergli quando giunse il proprietario del baraccone col premio
vinto: una collanina con appesa una paperella n°13. „Te la posso
allacciar?” contiuò nel suo simpatico italo-spagnolo. „Si!” ed
alzai i capelli voltandomi „ Me chiamo Ramon, encantato de
conoscerte, allora vamos al bar?” . „Si grazie!”. Avevo la gola
secca per l'emozione ed una bibita era quello che ci voleva. Seduti
al tavolino cominciammo a conversare, Ramon usava una lingua tutta
sua che lo rendeva divertente e molto affascinante. Si trovava in
Italia per trascorrere le vacanze di Natale ed aveva scelta la
Riviera Ligure su consiglio di amici. Piuttosto schivo ai
divertimenti, il giorno prima aveva accettato l'invito di un amico a
fare un giro al Luna Park e stava andandosene via quando mi salvò
dalla rovinosa caduta. „E' stato el momento più bello della
giornata!”esclamò sorridendo, facendomi arrossire. „Per questo
sono tornato, speravo de rivedere la mia bella senorita destratta, ed
il destino ha voluto de si!”. Era tornato per me? Quella specie di
adone che faceva girare e sbavare ogni donna che passava vicino al
nostro tavolo, sperava di rincontrarmi? Stavo sognando, una come me
non poteva aspirare a tanto. Lo specchio era il mio nemico n°uno, ci
vedevo sempre dentro una brunetta insignificante destinata a rimanere
zitella. Le mie amiche mi prendevano in giro per questa mia
convinzione, sostenevano che ero carina, formosa, intelligente e che
purtroppo zitelle sarebbero rimaste loro. Francesca aveva un viso
delizioso ed i capelli lunghi e biondi, ma era alta e molto magra e
questo per lei era fonte di una insicurezza che si trascinava
dall'infanzia. Rita ed io sorridevamo quando si lamentava per la sua
altezza, perché girava con noi che superavamo appena il metro e
sessanta. Per nostra fortuna non si era mai resa conto di come
risaltasse ancora di più il suo „problema” camminando con due
tappi come noi. La grande amicizia che ci legava evidentemente ci
ingrandiva ai suoi occhi. Rita era un concentrato di energia ed
allegria, sempre ottimista. Piuttosto robusta, il viso tondo
illuminato da grandi occhi vispi di un azzurro intenso, penetrante, i
capelli bruni e corti che le davano un'aria sbarazzina rendendola
simpatica al primo impatto. Rita e Franci, le mie inseparabili
amiche, come me senza un ragazzo che se le filasse, chissà come
avrebbero reagito nel vedermi in compagnia di quell'uomo così
affascinante. Non dovetti aspettare tanto per scoprirlo. Alle mie
spalle si sentì un sospirato e corale: „ Cavolo...Maria!” Erano
loro giunte al bar per riunirci come programmato. Mi alzai di scatto
e presentai Ramon raccontando goffamente del nostro incontro e di
quell'invito. Tutto inutile, neppure mi ascoltavano concentrate solo
su di lui che carinamente le salutava invitandole a sedersi con noi.
In poco tempo Rita divenne padrona della conversazione raccontando di
noi, della nostra amicizia e di tutto ciò che le passava per la
mente. Lui l'ascoltava interessato ma ogni tanto si girava verso di
me strizzandomi l'occhio. Francesca taceva scivolando sulla sedia per
apparire più bassa, mi lanciava occhiatine maliziose che si
traducevano con – perché non ci hai raccontato niente?- Volevi
tenere questo segreto per te? - Fortunatamente si era fatto tardi e
dovevamo rientrare a casa. Ramon ci salutò con galanteria facendoci
promettere che l'indomani ci saremmo rivisti per stare ancora
insieme. Prima di lasciarci mi prese la mano e stringendola disse: „
Non mancare me raccomando!” Quella complicità non sfuggì alle mie
amiche che sul bus rimasero stranamente silenziose. Ad un certo punti
Franci sbottò: „ A quanto pare qualcuno ha fatto colpo!” E Rita
incalzò: „Già..e che colpo! Proprio quella che si lamentava
sempre che nessun uomo se la sarebbe filata!” „ Vi giuro che non
riesco a capire come sia potuto accadere proprio a me una cosa del
genere!” Risposi imbarazzata „Ma l'avete visto? E' un sogno.
Bello, gentile e interessato a me...e vuole rivedermi...ragazze
ditemi che non sto sognando!” Rita mi pizzicò senza compimenti
aggiungendo: „ Ecco, così è sicuro che sei sveglia ed è più
sicuro che gli piaci!” Poi rivolgendosi a Francesca: „ Mia cara
mi sa tanto che quest'anno il Luna Park dovremo godercelo da sole,
Maria avrà ben altro da fare che stare dietro a noi!” Franci annuì
sorridendo. La mattina seguente la passai sui libri; si chiamano
vacanze ma i prof non dimenticano di assegnare compiti e lezioni da
studiare. L'ora di partire per il Luna Park era arrivata, salutai mia
madre e raggiunsi le mie amiche alla fermata del bus. Ero
emozionatissima, nei miei pensieri c'era solo Ramon e non vedevo
l'ora di rivederlo. Credo che la mia agitazione fosse palpabile
perchè Rita mi riprese: “ Calmati Maria! Sei una corda di violino!
Tra poco rivedrai il tuo bel macho, ma sappi che se ci molli per lui
ci vendicheremo. Queste sono le nostre ultime vacanze natalizie
insieme!” Rita aveva ragione. Dovevo tornare in me e considerare
Ramon un nostro comune amico. Man mano che il bus si avvicinava si
vedevano le luci e si udivano sempre più vicine le musiche del Luna
Park. Lui come d'accordo ci aspettava alla fermata. Era bellissimo!
Scese molta gente ma quando toccò a noi Ramon ci aiutò con fare da
vero gentiluomo. Mi resi conto che anche Francesca e Rita non erano
insensibili al suo fascino ed accettavano con molto trasporto le sue
attenzioni. Ci divertimmo davvero un sacco col nostro accompagnatore
che commentava tutto nella sua lingua particolare. Quando ci invitò
a bere qualcosa le mie amiche si dimostrarono davvero tali,
rifiutando con la scusa di voler fare un altro giro sugli
autoscontri. “ Volevano lasciarci da soli!” commentò sorridendo
Ramon. “Già!” ed iniziammo a parlare: “ Sei muy carina”
continuò “ quanti anni hai?” - “Diciotto...appena compiuti”.
“Sei giovane...Io quasi trenta...Soy vecchio por ti!” - “A me
piacciono gli uomini più grandi!” - “Bene allora posso sperare
de conquestarte!” Lo aveva già fatto e quando mi sfiorò la mano
pensai che il cuore mi sarebbe uscito dal petto. “Le vacanze son
quasi alla fine” proseguì “ Io tornerò en Spagna ma voglio
restar en contatto con te magari revederte la prossima estate quando
retornerò dal mio amico che ne dici?” - “Per me...va bene!”
dissi un po' triste perché dubitavo che tornato a casa lui si
sarebbe ricordato ancora di me. Probabilmente intuì i miei pensieri
e mi riprese “Su sorridi! Questo è il mio numero ora damme el tuo,
ci sentiremo por telefono e muy presto ce revedremo!” Giusto il
tempo di scambiarci i numeri che Rita e Franci ci raggiunsero.
Qualche chiacchierata insieme, un caffè e poi i saluti. L'indomani
era il nostro ultimo appuntamento, il Luna Park toglieva tende,
giochi e baracconi partendo per una nuova destinazione. La scuola
riapriva e Ramon tornava al suo paese, tutto tornava come prima delle
feste, ma per me qualcosa era cambiato. Sul bus del ritorno rimasi in
silenzio a pensare e le mie amiche mi lasciarono tranquilla.
L'indomani volevo dare un pensiero a Ramon, qualcosa che gli
ricordasse il nostro incontro. Mentre riflettevo giocavo con la
collanina appesa al mio collo, quella vinta al gioco della pesca, da
cui pendeva la paperella n°13...ecco gli darò questa! Quale ricordo
più bello del premio vinto insieme? A casa cercai una scatoletta
dove riporla e ne feci un colorato pacchettino al quale attaccai un
bigliettino con scritto – non dimenticare Maria! - La mattina
seguente passò veloce tra ultimi compiti e commissioni per la mamma,
felice e triste al tempo stesso, ma eccitata al pensiero di rivedere
l'uomo capace di suscitare in me tante emozioni, anche se per
l'ultima volta. Le mie amiche quel pomeriggio decisero di non venire,
dissero di essere indietro con i compiti e mi incaricarono di
salutare Ramon, sapevo che era una scusa e fui loro molto grata per
quella delicatezza. Il mio bello spagnolo aspettava al solito posto
il nostro arrivo e si stupì un po' nel vedermi da sola, ma non
nascose la sua contentezza. “Che ne dici se lasciamo perdere il
Luna Park e andiamo a farce una passeggiata?” propose, ed io
accettai subito. Mi prese per mano e ci incamminammo verso il
lungomare. Pur essendo inverno non faceva molto freddo ed il mare era
calmo. Lontani dalle luci e dai suoni parlammo un po' di noi, delle
nostre vite, dei nostri sogni scoprendo di avere tante cose in
comune, come il desiderio di crearsi una famiglia. Che bello parlare
con lui! Stare in sua compagnia mi rilassava. Davanti ad una
cioccolata calda gli diedi il regalino. Lui rimase per qualche
istante a guardarlo poi lo scartò. Sorrise alla vista della
collanina e letto il biglietto mi disse sottovoce: “Come potrei
dimenticarte?” e avvicinandosi baciò dolcemente le mie labbra. In
quel momento compresi cosa significasse toccare il cielo con un dito.
Purtroppo il momento di salutarci era arrivato. Alla fermata Ramon mi
prese le mani e sussurrando – non scorderò mai questi giorni –
mi baciò con passione. Il bus si fermò vicino a noi e a malincuore
ci separammo con la promessa di sentirci al telefono e di rivederci
la prossima estate. Mentre il mezzo si allontanava guardai dal
finestrino Ramon che sotto la luce del lampione agitava la mano per
salutarmi. Questa sua immagine rimase indelebile nella mia mente.......
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