sabato 28 novembre 2015

L'alberello della felicità


Per Natale voglio fare un alberello virtuale, un pò particolare. 

Lo desidero addobbare con le lacrime di felicità che come mamma ho versato in questo anno fortunato.

Una goccia la metto per quando sei nato, tutto sporco e tramante ti ho abbracciato e tu hai smesso di urlare lasciandoti accarezzare.

Una per la tua prima poppata: insicura ti sei stretta a me ed io ti ho avvolto in una calda copertina baciando la tua tenera manina.

Una per la tua prima pappina con la quale hai sporcato e sbrodolato ogni cosa compresa la tua sorellina.

Una per il tuo primo dentino tagliato dopo mesi di dolore, grattate e sbavate.

Due gocce per le tue paroline perché ha pianto anche papà, lui dice che lo hai chiamato mentre ti passeggiava, in realtà la prima parolina è stata mamma ma sarà il nostro segreto e papà mai lo saprà.

Una per i tuoi primi passi un pò incerti e barcollanti, felice perché adesso puoi toccare tutto. Il tuo sorriso da coniglietta mi fa capire che sarai una bella discoletta.

Per ora mi fermo qua ma so che piangerò ancora tante lacrime di felicità per i tuoi progressi e le conserverò per l'alberello del prossimo anno.

Dimenticavo: ogni albero che si rispetti ha la sua punta, lì metterò la mia goccia più luminosa, quella della scoperta di aspettare te. 



giovedì 12 novembre 2015

E IL DESTINO DECISE PER ME (terza e ultima parte)

Una sera, tornato prima dal lavoro, ordinò a Consuelo e a me di farci belle che ci portava fuori a cena. Non ci facemmo pregare e in poco tempo eravamo pronte ad uscire. Cenammo in un elegante locale dove un pianista suonava musica soft. Emozionata per l'atmosfera provai un tonfo al cuore quando Fernando mi invitò a ballare. Tutte le signore presenti se lo mangiavano con gli occhi ed invidiavano me, stretta a lui in un lento da brivido. Consuelo ci guardava dal tavolo ed era visibilmente soddisfatta. Sfiorai lo svenimento quando piano mi disse: “ Questa notte vorrei venire da te...posso?” Una proposta del genere non mi era mai capitata, e poi all'amore...presa da mille impegni non avevo mai pensato. “Si” risposi, senza riflettere, ed un secondo dopo mi ero già pentita di averlo detto. Cosa poteva trovare di attraente in me un uomo come lui a cui donne bellissime erano di certo cadute ai piedi? Ero carina, proporzionata ma non certo il tipo da far girare la testa, eppure qualcosa di me lo aveva colpito...chissà cosa. Mentre tornavamo a casa ripensavo all'appuntamento per quella notte ed ero agitatissima. Consuelo dormiva sul sedile posteriore, Fernando guidava tranquillo e silenzioso, sembrava non ricordare le parole calde sussurrate poco prima. Forse ho sognato, pensai, ma sbagliavo nuovamente. Qualche ora dopo il nostro arrivo a casa, mentre la piccola dormiva profondamente nella sua cameretta, sentii bussare alla mia porta. Con voce tremante dissi “avanti” e lui entrò. Inutile descrivere quanto fosse bello avvolto nella sua vestaglia, si avvicinò al mio letto e mi baciò dolcemente sulle labbra. “ Ti desidero, ed è la prima volta che desidero una donna che non sia la mia povera moglie!” sincero e tenero, caldo e suadente, impossibile resistergli anche per una timorosa come me che non era mai stata con un uomo. E fu passione! Provai sensazioni uniche, indimenticabili, essere la sua donna, anche solo per una notte, fu bellissimo. Verso l'alba, prima di tornare in camera sua, mi diede un bacio e mi chiese: “ Sei pentita di esserti data a me?”. “No” risposi con fermezza “lo rifarei mille volte!” Lui sorrise e si ritirò. Ero così felice da non riuscire più a dormire e quando arrivò l'ora di alzarsi fu un sollievo. Svegliai Consuelo e poi scesi a preparare colazione. Intenta ad avvitare la caffettiera sobbalzai quando la voce calda di Fernando gridò – Buongiorno! - entrando in cucina. Appena si accorse del mio spavento si scusò dicendo che si sentiva così felice da volerlo gridare a tutti. La cosa mi fece un grande piacere ma lo pregai di abbassare la voce, la ragazza poteva entrare in cucina da un momento all'altro. “Ti dispiacerebbe se mia figlia scoprisse di noi due?” mi spiazzò. “Certo che no” risposi “anzi penso sarebbe felicissima di sapere che tra noi è nato qualcosa, ma è meglio essere cauti, non vorrei rimanesse delusa se tu un giorno...perdessi la testa per una bellissima, mettendomi da parte, io soffrirei da impazzire, ma anche lei ne rimarrebbe scossa, sai quanto tiene a noi due, ed in cuor suo spera che noi tre diventeremo presto una famiglia”. Il discorso si interruppe perché la ragazzina entrò tutta festante in cucina “ E' pronta la colazione? Ho una fame!” urlò “Certo, siediti che ti servo” Subito inzuppò la sua ciambella nel latte e tra un boccone e l'altro ripeteva la lezione di storia, Fernando sorseggiava il suo caffè continuando a guardarmi ed io, rossa come un pomodoro per l'imbarazzo, imburravo il pane. Fu una liberazione quando uscirono di casa. Rimasta finalmente sola ripensai a tutto quello che di meraviglioso mi era successo. L'incontro con Consuelo, l'amore con suo padre, quella bella casa che avevo fatto rifiorire, forse potevo cominciare a sognare davvero, magari un marito, dei bambini, chissà forse tutto poteva diventare reale. Ero innamorata! A quella notte d'amore ne seguirono altre ed ormai anche Consuelo aveva capito che tra suo padre e me c'era del tenero. Una famiglia felice, il sogno si stava realizzando. Tutto andò per il meglio fino a quando il mio uomo fu invitato ad una cena di lavoro. Il suo capo gli raccomandò di non mancare perché c'era in ballo un contratto importante per l'azienda. Lui desiderava starsene tranquillo con noi a casa ma fu costretto ad accettare. Da quella sera qualcosa cambiò. Alla cena prese parte anche l'affascinante figlia di un importante uomo d'affari e, come era prevedibile, non appena vide Fernando non lo mollò più. La corte serrata della bella e giovane ereditiera Laura Lawerence, a poco a poco, lusingò la vanità maschile dell'uomo che amavo, il quale, dopo un po' di resistenza, cominciò a lasciarsi andare. Ciò che accadde non lo so, ma da quella sera lui cambiò. A casa non era più affettuoso e dolce come un tempo, tornava sempre più tardi dal lavoro ed io e Consuelo a cena eravamo sempre sole. La notte non dormiva più con me ed anche con sua figlia non era più presente come in passato. Decisi di affrontare la situazione, dovevo chiarire una volta per tutte. L'occasione si presentò una sera che rincasò prima dal lavoro. “Fernando devo parlarti” dissi senza troppi preamboli. Lui, in silenzio, appese la giacca, posò la valigetta all'entrata e si accasciò mollemente sul divano. “Non so cosa ti stia succedendo” continuai “ ma non sei più l'uomo affettuoso e cordiale di un tempo, non sei più neanche un padre presente e Consuelo ne soffre molto, io vado alle riunione a scuola, parlo coi professori, mi occupo di tutte le sue necessità, ma lei ha bisogno anche di te, di sentirti vicino, sei suo padre, cavolo!” Fernando ascoltava silenzioso senza mai togliermi gli occhi di dosso “Anch'io” ripresi con un filo di voce “soffro molto per il tuo distacco...ma la colpa è solo mia...sapevo che non dovevo illudermi. C'è un'altra...vero?” Lui continuava a fissarmi in silenzio, ma i suoi occhi erano tristi. “Sii sincero, se la mia presenza in questa casa non è più gradita basta che tu me lo dica ed io me ne andrò. Non abbandonerò Consuelo, ma troverò un altro modo per occuparmi di lei!” Le lacrime mi bagnavano le guance ed un nodo alla gola quasi mi soffocava, ma dovevo continuare “Se...se hai trovato la donna giusta per te io...io sono pronta a farmi da parte...” le forze mi stavano abbandonando, anche volendo nessun'altra parola sarebbe uscita dalla mia bocca. Inaspettatamente lui mi prese le mani e sussurrò “Perdonami, è che lei somiglia come una goccia d'acqua alla mia povera Elisabeth, ed io mi sento molto confuso, ti prego non abbandonarmi, lasciamo solo un po' di tempo per ritrovare un equilibrio. Io ...ti voglio molto bene e Consuelo è tutta la mia vita...ma devo prendere una decisione importante ed ho bisogno di solitudine” Detto questo mi baciò sulla fronte e, lasciandomi le mani, si ritirò nel suo studio. Chi era questa Laura che tanto lo aveva turbato? Lo scoprii qualche giorno dopo quando ricevetti una sua visita inaspettata. Una mattina mentre ero intenta a fare le faccende sentii suonare al cancello, al videocitofono apparve una donna bionda, molto bella. Chiesi chi fosse ed ella rispose: “ Laura Lawrence, lei deve essere Elisa, mi scusi l'intrusione ma vorrei parlarle!” Dunque era quella la famosa Laura. Era davvero bellissima. La osservai mentre camminava sul sentierino che conduceva alla porta. Bionda, elegante, di gran classe. Impossibile competere con lei. La feci accomodare e le chiesi il motivo della sua visita. Laura non era solo bella, possedeva anche dei modi gentili ed un tono di voce delicato. “Così lei è la famosa Elisa!” esordì. Famosa io? Chi mai poteva aver parlato di me, non ero certo un argomento interessante di conversazione. “Sa” continuò “ la invidio molto” Lei invidiava me? Mi pizzicai per capire se stavo sognando “Io mi sono innamorata di Fernando e ho fatto di tutto per conquistarlo, lui è sempre stato gentile con me, ma a parte un bacio rubato non ho ottenuto altro da lui, ho pensato che forse c'era un'altra nella sua vita così ho indagato un po' e tutti i suoi colleghi mi hanno detto che in bocca ha sempre un nome oltre a quello della figlia...il suo!” Aveva parlato di me, allora ero davvero importante per lui. “Lei è molto fortunata” continuò “oggi gli ho chiesto di trasferirsi in Inghilterra, mio padre è un ricco imprenditore ed ha bisogno di uomini del suo livello, ma lui ha risposto no, mi ha chiesto scusa, ha detto che si sentiva molto attratto da me, ma che il suo cuore apparteneva a Consuelo e ad una piccola, semplice e dolcissima donna. Ecco perché sono qui, prima di ripartire per Londra, volevo conoscere colei che ha conquistato un uomo così ambito” “Immagino sia rimasta delusa!” dissi sottovoce “No, lei è carina e poi possiede senza dubbio qualità di cui non tutti posso pregiarsi” Laura era davvero gentile ed alla mano nonostante il suo aspetto regale. “ Non credo di possedere altro che un grande amore per Consuelo e Fernando, li amo tantissimo e per la loro felicità sarei pronta a farmi da parte!” Non mi lasciò terminare “Sono io che devo farmi da parte” disse prontamente “Fernando è molto fortunato. Ora devo andare, il mio aereo parte tra un'ora, è stato un piacere conoscerla, spero di rivederla un giorno, magari verrete a Londra tutti e tre!” Si alzò, mi strinse la mano e si avviò verso la porta, lasciando dietro di se una scia di gradevole profumo. Rimasta sola ripensai alle sue parole. Allora Fernando aveva scelto me, non sapevo se piangere o gridare dalla gioia. Una cosa era sicura, al suo rientro avrebbe trovato una donna nuova ad aspettarlo. Lasciai perdere i lavori di casa, presi la borsa, infilai la giacca e mi diressi dal parrucchiere. Con la testa apposto mi sentivo già diversa. Ora ci voleva un bel vestito e quel tubino nero un po' scollato che faceva bella mostra di se in una vetrina era perfetto. Lo provai ed anche la commessa mi fece i complimenti. Mancava solo un buon profumo. Prima di rientrare a casa feci la spesa per preparare una cenetta indimenticabile, tutto doveva essere perfetto. Al suo rientro da scuola Consuelo intuì che nell'aria c'era qualcosa di diverso, mi riempì di complimenti per mio nuovo look e per il profumo proveniente dalla cucina. Ma rimase a bocca aperta quando, tutta truccata, col vestito nuovo ed un paio di tacchi alti, mi presentai al suo giudizio. “ Sei perfetta, non sembri più la stessa!” esclamò meravigliata. In effetti non ero niente male! “Papà cadrà ai tuoi piedi” incalzò “penso che stasera andrò a letto presto, così potrete rimanere un po' da soli” Mi schiacciò l'occhio con aria complice. Che amore di ragazza, mi voleva davvero bene. Quella sera Fernando arrivò puntuale, sentii la macchina entrare in garage e il cuore iniziò a battere forte. Consuelo mi guardava con un sorrisetto malizioso stampato sulle labbra. Quando lui varcò la soglia di casa e ci vide rimase immobile a fissarci, senza proferir parola. Sembrava sorpreso, emozionato. Sua figlia gli corse incontro saltandogli al collo e riempiendolo di baci “Papà, guarda Elisa, è bella stasera, vero?” gli gridò. “Si è bella” rispose “ ma è bella anche quando cucina, fa i lavori, torna trafelata dalla spesa...è sempre bella” Il suo sguardo e quelle parole sciolsero ogni mia riserva: mi amava per quello che ero, per la mia semplicità. Sono trascorsi molti anni da quel giorno, sono diventata la signora Cortes e Consuelo ha un fratellino e una sorellina, è una ragazza serena, fa la hostess ed è fidanzata con un pilota inglese. Fernando ed io siamo molto felici e oggi lo siamo ancor di più: il dottore ci ha rivelato che il figlio che aspetto è una vispa bimbetta !

lunedì 9 novembre 2015

E IL DESTINO DECISE PER ME (seconda parte)


Papà questa è Elisa” disse eccitata Consuelo. L'uomo stringendomi la mano si presentò: “Piacere, sono Fernando Cortes, ma prego si accomodi!” Io sempre più in imbarazzo sprofondai sul divano. “Mia figlia mi ha raccontato del vostro incontro” continuò “e della sua proposta,...io vorrei tenere Consuelo con me, figuriamoci, ma noi siamo soli ormai ed io lavoro tutto il giorno, dirigo la filiale italiana di una grande ditta spagnola, come posso lasciare la ragazza sola e, se non la mando in collegio, a chi potrei affidarla con tranquillità? E' da poco che abitiamo qua, non conosciamo nessuno e...” . “Ma adesso conosciamo Elisa” interruppe la ragazzina! Ora toccava a me parlare “Senti Consuelo, tu non mi conosci, tuo padre non mi conosce, io non vi conosco, ma ho capito il problema e forse possiamo aiutarci a vicenda. Dunque ...io sono una maestra elementare purtroppo disoccupata, ho fatto mille lavori, adoro i bambini, so cucinare, tenere pulita la casa, non ho il ragazzo e penso di essere affidabile, sarei disponibile ad occuparmi di sua figlia e se lei, dopo aver preso le dovute informazioni su di me, signor Cortes, mi ritenesse idonea per questo compito, sarei felice di mettermi a vostra disposizione, anche per un periodo di prova”. Il signor Cortes ascoltava con molta attenzione, erano imbarazzanti quegli occhi chiari puntati su di me, ma continuai “So che Consuelo ha perso da poco la sua mamma...non la privi anche del suo affetto mettendola in collegio e non privi se stesso della vicinanza di sua figlia, la solitudine distruggerebbe entrambi!”. Sentivo gli occhi umidi, quelle due persone così sole mi mettevano tanta tristezza, una sofferenza alla quale ero davvero partecipe. Fernando non mi aveva mai tolto gli occhi di dosso. Dopo un breve silenzio parlò con voce emozionata “Lei è molto sensibile...Elisa...questa è una dote che ammiro. Ascolti...mia figlia riprenderà la scuola il ventidue settembre, quindi ci sono ancora parecchi giorni prima di decidere, nel frattempo le sarei grato se si occupasse di lei, dovrà però trasferirsi da noi perché a volte per lavoro resto fuori fino a tardi. Se la sente di provare?” Guardai Consuelo che aspettava ansiosa la mia risposta. Mi conosceva da un giorno e già si era affezionata, quanto doveva soffrire di solitudine quella bambina. “Certo che me la sento” risposi. La ragazzina felice mi saltò al collo e mi baciò lasciandomi senza parole. “Bene” esordì Fernando “se domani vuole venire le farò preparare la stanza degli ospiti, ora mi scusi ma ho portato del lavoro a casa e devo terminarlo” Mi strinse la mano e si congedò con uno splendido sorriso. Rimasi con Consuelo che mi mostrò tutta eccitata il resto dell'abitazione, soprattutto la sua cameretta. Era ormai sera quando la salutai. Sulla corriera iniziai a pensare a quello che avrei detto ai miei circa il nuovo lavoro ed il conseguente trasferimento. Non fu facile convincerli ma alla fine compresero che ero abbastanza grande e coscienziosa per prendere le giuste decisioni. Preparai le valigie e sinceramente quella notte non chiusi occhio, preoccupata sia per l'impiego preso, sia per il dover lasciare la mia adorata casa, anche se non andavo poi così lontano. La mattina mi presentai a casa Cortes dove trovai ad accogliermi un'euforica Consuelo ed un'anziana signora, la governante Angela. La mia stanza era spaziosa e ben arredata, ma fredda, senza colore, proprio come le altre stanze, solo la cameretta della ragazza, con qualche poster alle pareti, peluches qua e là ed un copriletto colorato appariva leggermente più calda, più viva. In quella casa mancava qualcosa, il dolore era ancora troppo palpabile, ma bisognava ritornare a vivere e credo che il mio arrivo contribuì a cambiare in positivo le cose. Iniziai ad occuparmi di Consuelo a tempo pieno che, con le mie attenzioni, sembrò rifiorire. Uscivamo a fare la spesa, aiutavamo Angela nelle pulizie, facevamo i compiti delle vacanze e trascorrevamo tanto tempo nel giardino a chiacchierare. Qualche volta ci raggiungeva anche suo padre e, sorseggiando una bibita fresca, parlavamo un po' di tutto. A guardarci sembravamo un'allegra famigliola. Spesso portavo Consuelo a casa dei miei genitori, ai quali si affezionò moltissimo e loro contraccambiavano il suo affetto considerandola un'altra nipotina. Raccontando le sue giornate al padre, la ragazzina era raggiante e, nel vederla così serena e felice, decise di assumermi fissa, accantonando definitivamente l'idea del collegio. La scuola era iniziata, così al mattino aiutavo l'anziana governante nei lavori domestici. Si può dire che ormai facevo quasi tutto io. La povera Angela ultimamente non era in gran forma ed un giorno comunicò al signor Fernando la sofferta decisione di lasciare il lavoro. A malincuore, dopo tanti anni di servizio, non si sentiva più in grado di svolgere un compito diventato per lei troppo gravoso ed aveva deciso di andare in pensione. Desiderava raggiungere la sorella in Piemonte per godersi insieme una tranquilla vecchiaia. Quello le sembrava il momento giusto per mollare perché c'ero io e quindi si sentiva sicura di lasciare padre e figlia in buone mani. La cosa non poteva che lusingarmi ma, al tempo stesso, mi preoccupava il peso delle future responsabilità, comunque non mi tirai indietro quando Fernando chiese se me la sentivo di accettare anche quel lavoro. Così, andata via Angela, diventai quasi la padrona di casa: lavavo, stiravo, pulivo, cucinavo, mi occupavo di Consuelo e di suo padre, del quale godevo piena fiducia. Quando a tavola mangiavamo tutti e tre insieme nell'aria si respirava una serena armonia familiare. Spesso incrociavo lo sguardo di lui e nei suoi occhi leggevo molta ammirazione. Un giorno mentre stiravo mi venne vicino e all'orecchio mi sussurrò: “ Sei una donna speciale” Se non fossi stata una ragazza con i piedi ben piantati a terra potevo pensare che mi stesse corteggiando, ma era impossibile! Come poteva un uomo così affascinante e sensuale interessarsi ad una donna insignificante come me! Pensai che la sua era in realtà profonda gratitudine per tutto quello che facevo ma...mi sbagliavo.

domenica 8 novembre 2015

Salse Per Ogni Gusto!!!


SALSA BESCIAMELLA

Occorrente: 50 gr. di burro, 50 gr. di farina, mezzo litro di latte, sale quanto basta.

Esecuzione: in un pentolino fate sciogliere il burro ( senza farlo colorire!) e poi gettate in un sol colpo la farina. Mescolate rapidamente con un cucchiaio di legno fino a che la farina avrà assorbito tutto il burro e formato una piccola palla, quindi versate poco a poco il latte che dovrà essere caldo. Girate sempre con un cucchiaio di legno e fate cuocere per venti minuti. A cottura ultimata salate. Se la besciamella dovrà essere più liquida aggiungete più latte, se più densa diminuite la dose del latte. Ma il tempo di cottura deve essere sempre venti minuti. 


SALSA OLANDESE

Occorrente: 2 tuorli d'uovo, 200 gr. di burro, mezzo cucchiaio di acqua, un cucchiaio di succo di limone, un pizzico di sale.

Esecuzione: in un pentolino mettete i 2 tuorli, quanto una noce di burro divisa in pezzettini, il sale e l'acqua. Tenete il pentolino sull'angolo del fornello e il fuoco molto basso e, quando vedrete che il burro comincia a liquefarsi, aggiungete il rimanente del burro ( che avrete già liquefatto) pian piano sbattendo sempre con una forchetta; sbattete velocemente come fate per montare a neve le chiare d'uovo. Quando la salsa sarà ben soffice e vellutata, aggiungete goccia a goccia il succo di limone. Servitela calda. 


SALSA CORBET

Occorrente: 130 gr. di burro, un cucchiaio abbondante di brodo, una cucchiaiata di prezzemolo tritato, il succo di mezzo limone. 

Esecuzione: in un pentolino fate scaldare il brodo, poi aggiungete pezzetto per pezzetto il burro e sbattendo sempre con una forchetta; tenete il pentolino sull'angolo del fornello e il fuoco molto basso. Quando la salsa sarà diventata densa, aggiungete il succo di limone e il prezzemolo. Levate dal fuoco e mescolate. Questa salsa si spalma sul filetto o sulle bistecche un attimo prima di servire. 


SALSA VERDE

Occorrente: 4 cucchiai di prezzemolo tritato, un uovo sodo, sale e pepe quanto basta, aglio (facoltativo)

Esecuzione: tritate con la mezzaluna l'uovo sodo (bianco e rosso) e il prezzemolo. Raccogliete il tutto in una terrina, aggiungete un po' di olio, sale, pepe e mescolate. Servitela in salsiera con carni o pesci lessi. 


SALSA TONNATA

Occorrente: 1/4 di vino bianco, mezzo sedano, mezza cipolla, 100 gr. di tonno sott'olio, 1 acciuga, 1 tazzina di maionese

Esecuzione: mettete in una casseruola la cipolla tagliata a fettine, il sedano tagliato a pezzetti, l'acciuga diliscata, lavata e tagliata a pezzetti, il tonno sbriciolato con la forchetta e sul tutto versate il vino bianco. Fate cuocere per mezz'ora circa; passato questo tempo scolate e passate tutto al setaccio, aiutandovi con un po' di olio. Raccogliete il passato in una terrina, aggiungete la tazzina di maionese e mescolate accuratamente. Servite con carne o pesce lessi o uova sode. 


SALSA PICCANTE

Occorrente: 200 gr. do sottaceti assortiti, 2 acciughe, un cucchiaio di farina, 2 cucchiai di olio. 

Esecuzione: mettete in un tegamino l'olio con la farina e fate scaldare appena appena, avendo cura di rimestare sempre con un cucchiaio di legno; versate poi i sottaceti tritati, le acciughe diliscate, lavate e tagliate a pezzetti e un cucchiaio di acqua. Appena alza il bollore togliete dal fuoco. Servitela calda con bollito. 


SALSA CALDA PER PESCE

Occorrente: due cucchiai colmi di farina, due cucchiai di olio, un mestolo di brodo di pesce, un tuorlo d'uovo, un limone.

Esecuzione: con la farina, l'olio e il brodo di pesce fate una besciamella molto liquida. Quando è pronta toglietela dal fuoco e aggiungete il tuorlo d'uovo e il succo di limone, mescolando con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una crema. Servitela calda insieme al pesce lesso. 



sabato 7 novembre 2015

Le Frasi Del Giorno



   "IL PERDONO VIENE DA ANIMO GENEROSO"

(Macchiavelli)





"LO SPIRITO SUPPLISCE AL SAPERE"

(Vauvenargues)





"NESSUNO PUO' SERVIRE DUE PADRONI"

(S. Matteo)

Il Giornalino Del Lotto 8

Care amiche, "paura" è felice finalmente, i Gemelli su Bari sono usciti, ora la sua attenzione si sposta su Genova dove il 55-90 dominano la classifica dei ritardatari; buono l'ambo da giocare anche se su Tutte, magari aggiungendo il 73 per terno 55-73-90, comunque l'11- 77 sono da non sottovalutare visto il loro mega ritardo sulla ruota ligure. Col 90 (naturalmente per "paura") in abbinamento. 
Buono anche il 61 e il 78. 

Su Tutte buono il 3-33-90 e il 3-13-33. 

Il 5 su Firenze fa il prezioso e si nasconde da ben 108 estrazioni, comunque la previsione 5-55-90 è sempre valida. 

Per il 10eLotto sempre valida la combinazione 17-19-44-47-90 . "Paura" spera per voi che tra questi presto spunti il n° ORO.

L'87 su Venezia diventa centenario, gli ambi con maggiore frequenza con questo n° sono : 

87-51                   87-63              87-43

87-49                   87-13

Naturalmente ognuno di voi ha i suoi numeri magici, giocate poco e divertitevi. 

OGNI NOME IL SUO NUMERO 
Oggi alcuni nomi con iniziale la lettera D ..buona fortuna col vostro numero magico!

DAMIANA       27                  DIAMANTE            3
DAMIANO       77                  DIDIMO                39
DANIELE         11                  DIEGO                   86  
DANIELA         11                 DOMENICA           40
DANTE             39                 DOMENICO             4
DARIO              13                 DOMITILLA           90
DAVIDE           19                 DONATO                  7
DIANA               2                 DOROTEA                5








E IL DESTINO DECISE PER ME (ROMANZO A PUNTATE) - prima parte

Basta, questa è l'ultima volta che aiuto qualcuno!” Seduta sulla panchina della pineta osservavo il mare, e pensavo...avevo tanta rabbia in corpo che se non fossi stata così timida e riservata avrei tirato un urlo! “I miei risparmi, mi ha succhiato tutto fino all'ultimo centesimo, almeno adesso mi lascerà in pace!” Già ...mio fratello, perennemente nei guai finanziari, si rivolgeva sempre a me per chiedere aiuto ed io non ero mai riuscita a dirgli di no. Quella di essere sempre gentile e disponibile con tutti era una mia grande pecca perché, spesso e volentieri, qualcuno se ne approfittava ed io me ne rendevo conto quando ormai era troppo tardi. Ora la musica doveva cambiare! Avevo lavorato sodo facendo mille lavori: baby sitter, lezioni private (possedevo il diploma magistrale), commessa, impiegata, praticamente a ventitré anni avevo già fatto di tutto. Una parte del guadagno la davo in famiglia e una parte finiva nel mio libretto di risparmio e, con tanti sacrifici, la cifra cominciava ad essere importante. Desideravo tanto fare un bel viaggio in Inghilterra per perfezionare il mio inglese e magari, un giorno, comprarmi un piccolo appartamento per poter essere indipendente. Certo, ci volevano molti soldi, ma la volontà non mancava e presto sarebbe arrivato anche il desiderato posto fisso. Purtroppo il più piccolo dei miei fratelli, quello più viziato perché arrivato a sorpresa quando i nostri genitori avevano già un'età, continuava a dar pensieri. Cambiava scuola di continuo, voleva questo e quello, spendeva e a volte faceva debiti che poi cercava di coprire con l'aiuto di papà e mamma e della brava sorella. A poco a poco il conto scendeva e con esso svanivano anche i miei sogni. Tutte le volte che il fratellino piangeva mi commuovevo e sperando che quella fosse l'ultima cercavo di aiutarlo. Adesso era finita! Sul conto rimanevano pochi spiccioli ed io non sapevo se piangere o ridere della mia stupidità. Il mare che si intravedeva tra i pini era calmo e di un azzurro intenso, le lacrime che mi scendevano sul viso bruciavano come la mia rabbia. Fu nel voltarmi a prendere il fazzoletto dalla borsa che vidi quella ragazzina. Camminava pericolosamente sul bordo di una stradina della pineta sotto la quale c'era un vuoto di un paio di metri: non era certo sicuro camminare in quel modo, ma infondo non era affar mio, i suoi genitori dovevano sgridarla. Feci per alzarmi e andarmene ma lei continuava nella sua camminata pericolosa e poiché nessuno interveniva fu più forte di me e le urlai: “Ehi, ragazzina, togliti di lì, è pericoloso!” Lei alzò il viso, mi guardò e si spostò sulla stradina, con mio grande sollievo, poi si diresse verso di me. Venne a sedersi accanto, silenziosa e triste. Doveva avere sui dodici anni, esile di corporatura, ben vestita con una cascata di capelli biondi che incorniciavano un bel viso pallido e malinconico, illuminato solo da due splendidi occhi azzurri. Sedeva in silenzio e fissava il mare. Non c'era nessuno con lei e a guardarla sembrava più depressa di me. - Ricorda Elisa, non devi più preoccuparti degli altri, pensa a te stessa, alzati e vattene finché sei in tempo! - Questo pensavo tra me, ma quella ragzzina mi inteneriva e non potevo ignorarla. “Giornata triste anche per te, mi pare di capire” le chiesi senza distogliere lo sguardo dal mare. “ Già” rispose. “Mi chiamo Elisa” continuai. “Consuelo”. “Che bel nome, spagnolo mi pare” _ “Si, mio padre è spagnolo, mia madre...era inglese”. Aveva usato il presente e poi il passato parlando della madre, e dai suoi occhi lucidi capii che non c'era più. Rimanemmo in silenzio l'una vicino all'altra. E' strano come due persone che non si sono mai viste prima, improvvisamente incontrandosi, sentono che tra loro c'è qualcosa che le lega, che invisibilmente le unisce, questa fu la mia sensazione e penso anche quella di Consuelo. La ragazzina stava peggio di me e i suoi problemi dovevano essere più gravi dei miei. Ruppi il silenzio: “ A volte parlare con qualcuno dei propri guai può farci sentire meglio.” Lei continuava a fissare il mare, un vento leggero le spostava i capelli sul viso ma rimaneva immobile. Maledizione! Ma che ci facevo io lì? Perché dovevo preoccuparmi per quella piccola sconosciuta? Perché provavo quel senso di tristezza e malinconia che mi impediva di alzare i tacchi e farmi i fatti miei? Perché?. “Mia madre è morta sei mesi fa per una brutta malattia” quasi sussurrò “ ed ora mio padre non sa come occuparsi di me, così vuol mandarmi in collegio, ma io non voglio lasciarlo, voglio restare a casa mia ed occuparmi di lui. Sono grande ormai, so badare a me stessa e non voglio perdere anche il suo affetto, voglio stargli vicino!”. La sua voce era cresciuta di tono, quasi urlava, che pena doveva racchiudere quel piccolo cuore. Ora mi fissava, in silenzio aspettava non so cosa da me ed io, come al solito, mi lasciai coinvolgere. “Ascolta, forse il tuo papà pensa che questa sia la soluzione migliore per te e per lui, ma se non sei d'accordo devi dirglielo, devi chiarire, forse troverete un'altra strada, magari qualcuno potrebbe occuparsi di te mentre lui lavora, una persona con buoni requisiti che lo farebbe sentire tranquillo, perché ti saprebbe in buone mani.” “ Tu ti occuperesti di me?” mi domandò di colpo. “Tesoro io lo farei ma tu non mi conosci, non sai niente di me, e tuo padre non prenderebbe certo in considerazione una incontrata su una panchina della pineta”. Lei incalzò “Tu sei buona, l'ho capito subito, mi piaci, parlerò di te a papà, torna domani qui a quest'ora ed io ti farò sapere com'è andata”. Balzò in piedi, mi sorrise e salutandomi con un “ciao” si mise a correre sparendo tra i pini. Sul bus che mi riportava a casa non facevo che pensare a Consuelo, mi aveva toccato il cuore e il saperla così vulnerabile da confidarsi con la prima sconosciuta che le rivolgeva un po' di attenzione, mi angosciava. Mi sarei occupata volentieri di lei e in cuor mio speravo che suo padre cambiasse idea sul collegio. Dopo cena mi ritirai in camera e nel letto cominciai a ripensare non ai miei guai finanziari ma a quella strana giornata e all'incontro programmato per l'indomani. La mattina aiutai mia madre nei lavori domestici ma non vedevo l'ora che arrivasse il pomeriggio. Era una bella giornata di fine agosto, arrivai all'appuntamento con qualche minuto di ritardo perché la fermata era un po' lontana dalla pineta. Consuelo era già lì, appena mi vide mi corse incontro sorridendo e con una vitalità inaspettata mi prese per mano e mi tirò fino alla panchina. “Elisa” disse “ papà ha ascoltato con attenzione la mia proposta e mi ha promesso di pensarci su, però è curioso di conoscerti e visto che oggi non lavora voglio portarti a casa mia”. Mi guardava con quei due occhioni azzurri e aspettava una mia risposta. Sembrava ci conoscessimo da sempre, era tutto così irreale. “Allora vieni?” incalzò. “Va bene, verrò, spero solo di non disturbare”. “Nessun disturbo” continuò lei “siamo sempre soli io e papà, a parte la vecchia Angela che si occupa della casa e della cucina”. Mi prese di nuovo per mano e ci incamminammo verso una stradina privata costeggiata da parecchie villette molto graziose. Ci fermammo davanti al cancello di una di queste, lei prese dalla tasca le chiavi e lo aprì, lo stesso fece con la porta. Il giardino era stupendo pieno di fiori, in un angolo c'era un dondolo ed un tavolo con delle sedie da esterno. All'interno l'abitazione era molto accogliente, tutto pulito ed in ordine, bei mobili eleganti, tappeti e quadri di buon gusto, tutto perfetto, eppure così freddo. Mi venne da pensare a casa mia, sempre piena di nipoti, fratelli, nuore, con giocattoli dappertutto e caos a non finire, ma quanto calore e vita si sprigionava dalla mia vecchia casa e quanta malinconia si respirava in quella elegante e silenziosa villetta. La voce di Consuelo che chiamava suo padre mi distolse dai miei pensieri, guardai verso la scala che portava al piano superiore e rimasi senza fiato quando lo vidi scendere per raggiungerci. Era un uomo alto dal fisico atletico, i capelli erano neri, lunghi sul collo, la carnagione piuttosto scura faceva risaltare due splendidi occhi chiari, la camicia bianca ed i pantaloni neri eleganti gli davano un tocco di gran classe. “E' un attore!” pensai. “Così bello non può essere che un attore o un modello!”. Mi porse la mano con un sorriso ed io mi sentii così piccola e brutta da dover scomparire. Non ero certo elegante o bella, carina forse, ma niente di speciale. 

giovedì 5 novembre 2015

Il Giornalino Del Lotto 7

Care amiche, "paura" è molto delusa dai suoi Gemelli su Bari e dal 90 su Genova, ma il gioco è gioco. Lei è comunque testona e non cede, i suoi due euro li butta appunto su Bari prediligendo il 22-33-44-55 e su Genova gioca l'ambo 55-90 . 

Naturalmente lo consiglia anche su Tutte con l'aggiunta del 73, quindi 55-73-90 per ambo e terno. 

Firenze continua ad aspettare il suo 5, "paura" vi ha avvertito che giocare il n° singolo è rischioso perché devi alzare la posta ogni volta, sempre valida può essere 5-90 per ambo o 5-55-90 per ambo e terno.

Per il 10eLotto "paura" conferma il solito sistemino che prima o poi ( così sostiene lei) ci darà ottime soddisfazioni regalandoci magari anche il n° ORO  ---> 17-19-44-47-90

Ed ora, per ogni ruota, il suo ritardatario con i numeri ad esso simpatici:

BARI                       17 (68 estr.rit.)   simpatici-->  20 - 5- 72 - 41- 86

CAGLIARI              62 (67 estr.rit.)   simpatici-->  41- 56- 60- 23- 66

FIRENZE                   5 ( 107 estr.rit.) simpatici --> 71- 40- 38- 68- 90

GENOVA                 55 (57 estr.rit.)    simpatici---> 57- 13- 64- 85- 90

MILANO                  41 (92 estr.rit.)    simpatici----> 17- 35- 74- 23- 39
                                  71 (92 estr.rit.)    simpatici----->11- 49-- 14- 59- 31

NAPOLI                    70 (73 estr.rit.)   simpatici ----> 13- 55- 74- 35- 58

PALERMO                29 (78 estr.rit.)  simpatici -----> 43- 62- 23- 18- 74

ROMA                        2 (61 estr.rit.)   simpatici -----> 26- 70- 77- 40- 59

TORINO                    25 (81 estr.rit.)  simpatici -----> 12- 55- 63- 45- 82

VENEZIA                 87 (99 estr.rit.)  simpatici ------> 30- 72- 63- 12- 42

NAZIONALE           61 (93 estr. rit.)  simpatici ----->  49- 55- 74- 23- 90

Su Tutte è in ritardo l'ambo 25-77 con 349 assenze.

AD OGNI NOME IL SUO NUMERO! 
Oggi i nomi con iniziale la lettera C buona fortuna!

CAINO            36                   CECILIA           22                  CLEMENTINA       14
CAIO               23                   CELESTE         14                   CLEOPATRA          25
CALLIOPE     78                   CELESTINA      7                     CLORINDA            44
CALVINO      55                   CELESTINO       6                    CLOTILDE               3
CAMILLA        1                   CESARE            25                   COLOMBA               9
CAMILLO      15                   CICERONE       16                    COLOMBO              59
CANDIDA        4                   CIPRIANO        16                    CORNELIA             20
CANDIDO       65                  CIRILLO             9                   CORNELIO              16
CARLO              5                  CIRO                  56                  CORRADO                 7
CARLOTTA      4                   CHIARA            12                  COSIMO                     4
CARMELA      16                   CLARA             64                   COSTANTINA         85
CARMINE         3                   CLAUDIA         55                   COSTANTINO         11
CAROLINA       4                   CLAUDIO         15                  COSTANZA              13
CASSANDRA  38                   CLELIA              9                   COSTANZO             32
CATERINA      25                   CLEMENTE      14                  CRISTINA                24
CRISTIANO     33                   CUPIDO             80


Per oggi è tutto, "paura" vi saluta vi augura BUONA FORTUNA e, mi raccomando è solo un gioco!!

BUON 90 A TUTTI!!!!

martedì 3 novembre 2015

Il Giornalino Del Lotto 6

Care amiche sono senza parole!! "Paura" ha azzeccato il 19-42 su Genova, la quartina era 19-42-55-90 ed io, sfigata come sono, ho giocato il mio euro sul 55-90 .

Pazienza! La mia esperta dice di non mollare il 90 su Genova e su Tutte perché occupa alte posizioni anche su altre ruote ( Firenze e Napoli) .

Il suo consiglio è 55-73-90 su Genova e Tutte tenendo però conto che sulla ruota ligure c'è una quartina che non si è ancora sfaldata e che possiede numeri ottimi da abbinare al 90 ed è 31, 81, 61, 11 in assenza da ben 23 turni e tutti ancora uniti, vedete voi se non è buono un 1-11-31-61-90 .

Comunque "paura" i suoi 2 euro li gioca sempre su Bari ormai lo sapete che aspetta sti famosi Gemelli e i suoi preferiti sono 22-33-44-55.

Firenze aspetta ancora il suo 5 da ben 106 estrazioni ( occhio che su questa ruota il 90 è in terza posizione con 53 turni di ritardo) , quindi se non lo giocate da solo "paura" consiglia 5-55-90.

Milano continua ad avere due ritardatari, il 71 e il 41, ricordiamoci che la cadenza 1 è assente su questa ruota da ben 91 turni per cui lo sfaldamento è prossimo e "paura" per abbinamneto consiglia 21-51-61

Palermo, Roma, Torino, Venezia non hanno grandi ritardi, nell'ordine sono :

Palermo    29   (77 rit. att.)

Roma          2   (60 rit. att.)

Torino       25   (80 rit. att.)

Venezia     87   (98 rit. att.)


Cagliari ha il suo ritardatario nel 62 ma anche questo è piuttosto basso (66 turni d'assenza) su questa ruota "paura" vede bene un ambo di cadenza 7 che possiede un ritardo di ben 48 estrazioni.
La sua previsione? Questa ----->  37-57-67-90

Per la Nazionale "paura" tiene d'occhio il terno in cadenza 5 con un ritardo di ben 1095.
Mi raccomando non dimenticate l'11-77 su Genova con il super ritardo di 2952 estrazioni.


Ed ora "paura" si butta col 10eLotto sempre la stessa da un po : 17-19-44-47-90  e questa volta il 90 tra questi prediletti intravede pure il n°ORO . Ragazze come la compro la vendo...io il mio euro lo ributto sul 55-90 di Genova chissà se stavolta mi va bene!

"Paura" mi ha fatto la testa come un pallone con sti numeri, speriamo prenda qualche previsione e soprattutto che escano questi Gemelli su Bari perché non voglio più sentirne parlare.

Ora mie care amiche vi saluto, mi raccomando giocatevi solo un caffè per divertirvi insieme a me e a "paura" che vi saluta con il suo buon 90 a tutti!

...Un attimo..mi aggiorna che per l'Enalotto il Superstar più in ritardo è il 30 ..OCCHIO!!

CIAO CIAO

domenica 1 novembre 2015

TARQUINIO DETTO "IL PRISCO" (terza e ultima parte)


MIO PADRE ROBERTO

Papà stava poco a casa, ma quando tornava dai suoi viaggi era sempre una festa! Arrivava carico di regali per tutti e soprattutto per me. Il tempo che correva tra un viaggio e l'altro lo trascorrevamo sempre insieme. Anche la mamma prendeva qualche giorno di riposo e per un po' eravamo una vera famiglia. Passeggiate, gite, giochi e pomeriggi ad ascoltare le avventure che papà aveva vissuto durante il suo lavoro. Un giorno poi lo dedicava completamente alla nonna, li lasciavamo soli io e la mamma, liberi di abbracciarsi e coccolarsi con grande affetto. Era un bell'uomo papà, alto un metro e ottanta, occhi azzurri, capelli chiari, una barba piuttosto rada ed un paio di occhiali da professore. Si era laureato col massimo dei voti in archeologia e subito era entrato a far parte dell' équipe archeologica di un famoso professore e al suo seguito aveva cominciato a viaggiare, ma prima aveva voluto sposare mia madre, sua fidanzata da molti anni. Così dalla Lina si festeggiarono due avvenimenti, la laurea e il matrimonio dei miei genitori. Papà aveva conosciuto la mamma proprio alla trattoria della Lina dove, ancora studente, andava a mangiare quando sua madre rimaneva in negozio per qualche lavoro extra. Gli era piaciuta subito quella brunetta minuta dai grandi occhi nocciola. Si chiamava Lucia, aveva modi gentili ed era molto carina. Credo sia stato amore a prima vista, dato che cominciò a corteggiarla timidamente e lei contraccambiò subito le sue attenzioni. Anche a mamma piaceva quel giovanotto educato, gentile, carino e sempre carico di libri. Iniziarono a frequentarsi e presto divennero inseparabili. Anche i loro genitori approvarono senza problemi il loro fidanzamento e dopo la laurea di papà si sposarono. Mamma sapeva che il lavoro di mio padre lo avrebbe portato spesso e per lungo tempo lontano da lei, ma accettò la situazione e sinceramente non l'ho mai sentita lamentarsi. Quando arrivai io papà era a casa. Fu lui a decidere il mio nome e la mamma, anche se non era molto entusiasta, non si oppose (purtroppo per me). L'ultima volta che lo vidi fu sulla soglia di casa intento a caricare sul taxi le valigie per l'ennesimo viaggio. Ma quello fu l'ultimo e non tornò più: un incidente aereo lo portò lontano per sempre e distrusse la vita di ogni persona che lo amava. La mamma non fu più la stessa, cadde in una profonda depressione e decise di lasciare il lavoro, nonostante la Lina avesse tentato di tutto per dissuaderla. Da allora si occupò di me, del nonno e di nonna Amelia a tempo pieno, ma era sempre triste e credo di non averla vista più sorridere. Nonna Amelia non ci mise molto a raggiungere suo figlio, il dolore le aveva minato il cuore e una mattina non si svegliò più. La mamma la trovò come addormentata mentre tra le mani stringeva la foto di papà. Io non versai una lacrima, sentivo solo un nodo alla gola che mi impediva di parlare e per parecchio tempo mi chiusi in un malinconico mutismo. Né nonno Gino né la mamma riuscivano a sbloccarmi ed erano molto preoccupati per me. Senza saperlo ci pensò “IL BOSS” a darmi una mano. Tornato a scuola dopo la morte di mio padre, lui mi si avvicinò insieme agli altri compagni, mi abbracciò forte e con la voce rotta dall'emozione mi disse: “Coraggio amico, non sei solo, noi siamo con te e ti vogliamo bene!” . Poi si spostò e lasciò che anche SPILLO, PROFUMO, LECCHINO, PELO ROSSO, QUATTROCCHI, ZOPPETTO e gli altri mi abbracciassero. Fu allora che scoppiai in un pianto dirotto, mi sbloccai e ripresi a parlare, la prima parola che dissi fu: “Grazie.” . Sono trascorsi molti anni da allora, ho continuato gli studi con profitto e mi sono laureato in ingegneria. Non ho mai avuto problemi economici, anzi, appena maggiorenne, sono entrato in possesso dell'eredità di papà e della nonna poi, quando nonno Gino ci ha lasciato, ha voluto nominare me unico erede lasciandomi, a sorpresa, un buon capitale. Lo stesso fece la Lina anche lei senza famiglia, nominò me suo erede. Quando mancò fui convocato da un notaio e mi resi conto quanto quel meraviglioso donnone volesse bene alla mia famiglia e soprattutto a me. Ero ricco e buoni investimenti mi resero ancora più ricco, incredibilmente ricco! “Posso controllare se è tutto a posto?” La voce dell'avvocato mi riportò alla realtà. “Perfetto, complimenti Signor Tarquinio, ora lei possiede una squadra di calcio!”. “ Il Signor Tarquinio” non aveva né riso né commentato la particolarità del mio nome, anzi era molto ossequioso e come poteva non esserlo con quello che pagavo! Quando rimasi solo nel mio ufficio ripensai al “BOSS”. Desiderava tanto studiare, farsi una posizione, comprarsi una squadra di calcio tutta sua e invece la sua famiglia ebbe gravi problemi finanziari. Dopo le medie fu costretto ad andare a lavorare buttando i suoi sogni chissà dove. Ricordo quando venne da me, disperato per aver perso il lavoro, chiedendomi umilmente se potevo fargli fare qualche lavoretto. Subito lo assunsi in una mia azienda e gli diedi un buon posto. Dimostrava molti più anni e non aveva più niente del baldanzoso ragazzino che tutti rispettavano. Si vedeva che la vita non era stata generosa con lui. Non si era mai sposato, era solo come me. Spesso lo invitavo a casa mia per qualche partita a carte o a dama o anche per guardare le partite di calcio in televisione. Spesso ricordavamo il passato e la nostra divenne una grande amicizia, ma forse lo era sempre stata. Da lui ebbi notizie sui nostri vecchi compagni di scuola che avevo perso di vista dopo che, rimasto solo con mamma, mi trasferii in un'altra città. Seppi che Roberto, “LO SPILLO” aveva messo su una bella pancetta, faceva il meccanico ed aveva tre figli; “LO ZOPPETTO” era maestro elementare, anche lui si era sposato ed aveva due figli. Stranezze della vita, ora insegnava proprio nella nostra vecchia scuola! Sergio, “PELO ROSSO” era partito in cerca di fortuna e l'aveva trovata in Germania, diventando un noto ristoratore; Carlo, “QUATTROCCHI” faceva il medico, mentre Tonio “PROFUMO” aveva aperto un negozio di parrucchiere uomo-donna. Entrambi erano sposati con un figlio ciascuno. E Gianni “IL LECCHINO”? Di lui si erano perse le notizie, si era trasferito con la famiglia in Francia e nessuno aveva saputo più niente di lui. IL BOSS ed io comunque lo immaginavamo avvocato, dottore o professore, assolutamente single per non essere distratto da problemi familiari o da libri. Era bello chiacchierare col “BOSS” e il fatto più divertente è che non ci chiamavamo per nome, continuavamo ad essere semplicemente “BOSS” e “PRISCO”. “IL BOSS” sognava una squadra di calcio, io ora ne possedevo una. Non era una grande squadra, ma aveva ottime possibilità. In realtà l'avevo comprata per lui, per regalargli un sogno, l'avrei aiutato economicamente a mantenerla. Poi, appena fosse stato in grado di gestire da solo la società, gliela avrei ceduta. Non avevo mai dimenticato il coraggio che mi diede dopo la morte di mio padre e se ero diventato un uomo importante, lo dovevo anche a lui. Tarquinio, cinquant'anni e già uomo affermato, tanta beneficenza per ringraziare di essere stato così fortunato e tanta solitudine, perché senza gli affetti più cari. Mia madre Lucia era ancora viva ma stava in un'elegante casa di riposo, necessitava di continue cure mediche, non viveva più in questa realtà. A malapena mi riconosceva quando andavo a trovarla e non ricordava neppure il suo nome. Odiavo il mio nome, ma avrei dato qualsiasi cosa per tornare ad essere il piccolo Tarquinio “IL PRISCO” , qualsiasi cosa per rivedere mio padre che sbuca dalla porta pieno di pacchetti col suo sorriso accattivante mentre grida : “Sono tornato!”, qualsiasi cosa per rivedere il nonno che pesca, seduto sul suo sgabello con in mano la canna e lo sguardo malinconico perso nell'orizzonte. Qualsiasi cosa per rivedere nonna Amelia che gira tutta infarinata per cucinare mentre, cantando, mi prepara i biscotti. Qualsiasi cosa per essere stritolato dall'abbraccio della Lina. Qualsiasi cosa per risentire mia madre strillare al mio rientro tutto sporco dalla partita di pallone. Qualsiasi cosa per ritornare ad essere “TARQUINIO IL PRISCO”, anche solo per un po'. Qualsiasi cosa, qualsiasi cosa....Ma ormai tutto questo è storia, la mia storia che si perde tristemente tra mille altre storie.


FINE